Nuovi brividi

 

Scritto da   CARLA BOLDI

 
LA  MARATONA !

 

 

Maratona

 

Ultimi giorni irrequieti vissuti nello  scandagliare corpo e anima. L’ansia sale vertiginosamente, il desiderio sale vertiginosamente, non vedo l’ora. Sabato all’expo per il ritiro del pettorale,  grande confusione, tanti stand che promuovevano  gare e calze contenitive!

La tensione sale. Preparata la maglia col pettorale, preparato tutto l’abbigliamento del prima e dopo. Acquisto all’ultimo di un reggiseno con foto propiziatoria  di Leonardo che mi mette insieme a tutti gli altri che sono passati dal suo negozio in  questi giorni premaratona.

 Mangio con attenzione, troppo? Troppo poco? Caffettiera pronta, ok ok  lo so che il caffè sarebbe meglio non prenderlo, ma con la sveglia alle 4.50! Guardo il tappetino da ginnastica, sei settimane di addominali alle 5,30 del mattino con esercizi isometrici… finiti. Penso ai miei allenamenti … finiti. Penso al cane che per quattro mesi mi ha abbaiato ogni volta che sono passata davanti al suo cancello, penso ai cavalli tristi e agli eleganti aironi, compagni silenziosi dei miei chilometri…finiti e finiti anche i giorni di attesa. Domani si va. Ho un groppo alla gola…

 

 

 

Verso Firenze  la strada non passa mai, queste ore non passano mai,

Con qualche difficoltà lascio la sacca e mi infilo nel mio corral fuxia. Sono subito avvolta dagli altri concorrenti, ascolto mozziconi di frasi, molti sono alla prima esperienza. Ripenso ad altre partenze. La prima volta a Venezia nel 1993, era una maratona ancora piccola, fecero partire le donne con 15 minuti di anticipo perché le prime arrivassero insieme ai primi uomini. Penso a Torino con la partenza accompagnata dalla banda dei bersaglieri, era anche il  mio compleanno festeggiato con una maratona. Penso a New York nel 99, sul ponte di Verrazzano con gli americani che cantavano il loro inno nazionale con la mano sul cuore e ora qui, ai piedi del duomo di Firenze.

Ma che ci faccio ?

Novellina e esperta insieme. So cosa è una maratona ma è come se non l’avessi mai corsa.

 

 

 

Si parte, due lacrimoni mi scendono sulle guance, sono emozionata, rivivo sensazioni forti e mai del tutto sopite, sto correndo una maratona, sto intraprendendo un bellissimo viaggio dentro di me in compagnia di tanti.

 I primi chilometri scorrono via veloci, ho un buon ritmo, prudente. Maglie colorate, cerco di capire da dove vengono gli altri, Italia, estero. Molti hanno cartucciere con borracce, tasche gonfie, marsupi. Questa è una novità, non ricordo di aver visto tanta gente nelle maratone passate armata come per una traversata del deserto in autosufficenza! I primi 10 km volano via in un soffio. Mi godo quella zuppa di gente intorno a me, mi godo i lungarni e le Cascine. Trovo Tania  allo spugnaggio che mi incita.

20o  km, il ritmo è ancora buono, siamo sempre dentro il centro, corriamo ammassati e non è facile tenere il passo costante. Non ci sono voci negative nella mia testa, ma solo il gusto del momento. 30o km, la fatica comincia a fare capolino, le gambe stanno diventano dure, mi aggrego ad un gruppetto.  Sul lungarno si sentono tamburi da guerra, un gruppo di donne suona questi tamburi dando ritmo e grinta, bellissimo!

35o km, ho rallentato, la fatica ora è veramente tanta, mi fanno male le gambe, mi sembra di avere i muscoli trafitti da aghi, mi fermo, cammino e riparto. Ma nemmeno per un attimo la vocetta antipatica si fa sentire. Si arriva in fondo.

Nei pressi di Ponte Vecchio vengo raggiunta e sorpassata dalle carrozzelle, che fanno scansare tutti e quasi ti investono come se tu, nel poco spazio tra le transenne, potessi smaterializzarti e già che la lucidità è quella che è. Sento Giuliano Neri che mi chiama e incita, è venuto a vedermi , che gioia, se non fosse stato per lui mai avrei fatto maratone.

 Non mi ricordavo tanta fatica e tanto dolore fisico, muscoli duri, mal di piedi. Camminare è peggio che correre per cui corro, sono in quello stato di semi incoscienza con un unico martellante imperativo “avanti, vai avanti”, a questo punto non ti importa più il tempo, ma solo il finale.

Al 39o Tania mi viene incontro e mi incoraggia, è stata un toccasana, lì stavo veramente pensando di mettermi a camminare invece grazie a lei ho trovato la forza per finire di corsa. Arrivo a braccia alzate  insieme ad uno che urla con me di gioia. Strane condivisioni in maratona!

Medaglia, telo termico, sacchetto alimenti. Esco e piango, un pianto di liberazione e di gioia come non mi capitava da anni. Dopo 11 anni ho riprovato emozioni che non volevo ricordare tanto mi mancavano.

Dopo 11 anni sono tornata maratoneta, quella medaglia per me è d’oro, quando me l’hanno messa al collo mi sono sentita vincitrice, non importa quanti ne avevo davanti e quanti dietro. Ho vinto contro il tempo, contro la stanchezza, contro le difficoltà. La mia testa ha vinto, le mie gambe hanno vinto, il mio cuore ha vinto.

La maratona è come la vita, un viaggio dove  attraversi  momenti di euforia quando corri facile e le gambe girano bene, momenti di difficoltà quando i muscoli ti bruciano e ti obblighi ad andare avanti, perchè devi…te lo devi!

La maratona è come incontrare l’amore vero, e solo chi l’ha conosciuto può capire, quello che può farti toccare il cielo o scendere nel più nero abisso, ma che è unico e irripetibile.

Grazie al cielo sono maratoneta!

 

 

  Nuovi brividi 

 

MARATONA DI FIRENZE 2016 

 

Venticinquesima maratona di Carla Boldi